3I/ Cloud Atlas - (12 Differenti realtà - novembre 2025)
Nella sua più intima essenza ogni cosa/evento (nell’universo) è
un’informazione compiuta/realizzata.
“L’informazione”
di un grappolo d’uva è resa dall’unione dei suoi chicchi che a loro volta
contengono quelle necessarie non solo alla forma ma agli innumerevoli processi
vitali che dal fiore hanno condotto al frutto.
In questa prospettiva,
gli stati della materia (vivente e non)
in tutte le loro forme e sostanza sono la rappresentazione
nel nostro universo delle informazioni da cui originano. Commutando la
forma/sostanza dei chicchi d’uva in informazioni, ne vedremmo l’enorme fascio
che inizia in un punto nel tempo e finisce (come chicchi d’uva) in un altro. Un
flusso continuo interagente con innumerevoli altri che permane anche al termine della rappresentazione.
L’infinito
flusso delle informazioni necessariamente è connaturato e sostenuto dalla
peculiarità della creazione: la coscienza nelle sue varie forme e
manifestazioni, tra cui quella umana.
Il punto
(spazio-temporale) dove il flusso rappresenta
(in forma di memoria) le informazioni (siano per dar forma ad un chicco, un
pensiero… o un pianeta) è un nodo, suscettibile d’essere interrogato da forme di coscienza adeguate.
Ritornando
al grappolo d’uva, l’interrogazione della
coscienza umana può avvenire in piani diversi: scientifico, figurativo,
poetico… penetrando nell’intima struttura materiale (e non) del nodo (il grappolo d’uva) o estendersi
alle sue relazioni con altri nodi, ad esempio la vigna, il territorio
ecc.
Il flusso è
l’ordito universale e i nodi la trama del magico tappeto volante in
continua espansione della creazione… quest’ultima (trama) appare e scompare
alla nostra coscienza temporale (nello stato di veglia) ma non dal tappeto,
poiché le informazioni si rappresentano (manifestano) come note (nodi) di uno strumento sul tempo
scandito dal metronomo.
Negli
ultimi mesi una rappresentazione ha
via via “preso spazio” nella coscienza umana sotto forma di un oggetto -
3I/Atlas - che si ipotizza (con alta probabilità) non fare parte del sistema
solare, con ciò assegnandogli la denominazione di “interstellare” e
riconducendone la direzione di provenienza dalla costellazione del Sagittario.
Un’orbita
iperbolica che a causa della sua velocità/massa non lo legherebbe al nostro
sole e dopo averne “sfiorato” con precisione chirurgica i pianeti
Marte-Venere-Terra-Giove lo porterebbe ad uscire dal sistema (solare)
incontrando sulla sua via Nettuno.
Qui non
riporto tutte le “informazioni” (né l’altrettanto “rumorosa” assenza di quelle
astronomiche, recepite ma non diffuse) al riguardo né le differenti ipotesi,
ampiamente descritte nel web.
Al momento
attuale 3I/Atlas ha da poco compiuto il perielio (minima distanza dal sole) manifestando
un’accelerazione (NGA) non gravitazionale, quindi indotta da qualche fattore,
di cui il più potente e conosciuto è la produzione (degassamento) di gas con il
conseguente effetto-razzo. Ma per un oggetto di quelle dimensioni
giustificherebbe solo (valore indicativo) l’1% della deviazione dalla
traiettoria originale, a prezzo di una perdita di massa enorme… per dire che i
conti non tornano e, riposto il rasoio di Occam, si devono considerare altre
cause, tra le quali la più immediata è l’ipotesi di una propulsione non naturale.
L’affascinante
prosieguo della vicenda, per chi la osservi con mente aperta, standosene
relativamente al sicuro attraverso i media e internet e non come Plinio che per
soddisfare il desiderio di conoscenza si recò ai piedi del Vesuvio (con l’inevitabile
fine) si protrarrà (salvo eclatanti avvenimenti) nei mesi a venire.
Ma se non
ci è dato conoscere il futuro, guardando all’indietro, è significativo che la rappresentazione del flusso di
informazioni riguardanti 3I/Atlas indichi una situazione, direzione e dei tempi
precisi… ripercorriamoli:
Dall’inizio
dei tempi l’uomo ha sempre guardato in
alto, cercando risposte a domande fondamentali e, quando la tecnologia
glielo ha consentito, ha ritenuto di inviare quelle domande nello spazio
profondo sotto forma di sonde… allegandovi le informazioni che oggi definiamo sensibili, su di sé, sulle acquisizioni
scientifiche e di altro tipo e in ultima… l’indirizzo di casa, forse forte del
fatto dei tempi necessari a coprire distanze interstellari.
Col senno
di poi si è discusso sull’opportunità di scrivere quell’indirizzo sulle sonde Pionier
10 (1972) e 11 (1973), di inviare un messaggio radio verso lo spazio (segnale
di Arecibo 1974) e quindi riscriverlo nelle sonde Voyager 1 e 2 (1977).
Ma in quei
tempi lo spazio vicino a casa (Terra)
cominciava a star stretto e nel guardare il cielo la nostalgia delle stelle esercitò un insopprimibile richiamo.
Incredibilmente, nello stesso anno (1977) in cui partirono le Voyager arrivò
una possibile risposta ai nostri inviti: il famoso Wow signal.
(Altre
ipotetiche risposte – pittogrammi - vanno investigate negli altrettanto famosi Crop circle https://www.cropcircleconnector.com/2025/2025.html
che, indipendentemente dai loro creatori sono continuate a rappresentarsi sino ai giorni nostri.)
Facciamo un
bel salto temporale con l'arrivo nel 2017 del primo oggetto interstellare 1I/’Omuamua,
a cui seguirono 2I/Borisof (2019) e quest’anno
3I/Atlas.
La maggior
parte degli eventi riportati indicano una direzione, la costellazione del
Sagittario.
***
Il tema
portante di questi post “12 Differenti
realtà” si confà straordinariamente a quanto sta avvenendo col viaggiatore
interstellare 3I/Atlas, sia esso un oggetto naturale
o creato da una qualche forma di intelligenza è ormai giunto nel giardino
di casa nostra (il sistema solare) invogliandoci/costringendoci a confrontarci
col mistero della sua origine se naturale, e nel secondo caso con il suo scopo…
una traiettoria sull’eclittica che sfiora i pianeti con una probabilità casuale
insignificante…
Trovo appropriato salutarvi con le parole del sommo poeta…
Paradiso (XIII, 46-51)
📜 Testo originale
«Così vid'io più luci sfavillar,
veloci più e men secondo ch'ella
venian con più o men di velocità;
e come in cerchi diversi si stellan
gli occhi d’Atlante, sì che ’l ciel si specchia
nel suo profondo…»
💬 Traduzione in italiano moderno
Così vidi molte luci scintillare,
alcune più veloci e altre più lente,
a seconda della loro velocità;
e come, in cerchi diversi, si dispongono
le stelle che sono gli “occhi di Atlante” —
tanto che il cielo intero si riflette nella loro profondità.
🧭English translation
So I saw many lights sparkling,
some faster, some slower,
depending on their speed;
and like in different circles are arranged
the stars that are the “eyes of Atlas” —
so that the entire sky is reflected in their depth.
Spiegazione
Dante sta descrivendo una
visione di anime luminose che si muovono in cielo.
Le paragona alle Pleiadi,
le stelle dette “figlie di Atlante” nella mitologia greca.
Quando dice “gli occhi
d’Atlante”, intende proprio quelle stelle che sembrano gli occhi del Titano,
padre delle Pleiadi.
L’immagine poetica è
quella di un cielo che riflette se stesso nelle stelle, come se Atlante —
simbolo del confine tra terra e cielo — guardasse l’universo attraverso i
propri occhi stellari.

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