L'ultimo numero - capitoli 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7

 





(Ripresa la scrittura del racconto)


1

Jack - Presidente, sono arrivati.

Presidente - Falli entrare e vediamo di risolvere questo giochetto alla svelta… sono arcistufo di ascoltare i vostri esperti.

Jack - Sì, Signor Presidente… e voi, per cortesia, accomodatevi intorno al tavolo. Il computer è collegato a quello della vostra sezione e il monitor alle telecamere che riprendono l’intero comparto. Professor Kennedy, a lei illustrare la situazione.

Prof. Kennedy - Grazie, sarò breve… siamo in piena emergenza, a causa di un evento che illustrerò tra poco, si sta verificando una perdita continua e crescente d’energia in tutta la rete elettrica della Nazione. In pratica qualcosa sta assorbendo energia, abbiamo verificato e provato tutto il possibile, senza risultato e…

Presidente - ... dunque ci stanno attaccando! Jack, ricontrolla che siano stati allertati tutti i responsabili della difesa e…

Jack - Presidente… al momento non possiamo ipotizzare un attacco nemico, si tratta di qualcosa di totalmente diverso… permetta a Kennedy di continuare, solo qualche minuto… prosegua, Professore.

Prof. Kennedy - Sarò ancora più breve, Presidente, cinque giorni fa nella sezione di ricerca profonda, quella che vede nel monitor, qualcuno ha  posto al computer centrale un quesito matematico… estremamente semplice, questo: dato un numero sommare ad esso 1. Continuare a sommare 1 sino al risultato finale…

Presidente - Kennedy, i numeri sono infiniti… che gioco stupido.

Prof. Kennedy - Il computer non l’ha ritenuto stupido… probabilmente ci siamo dimenticati di informarlo… e si è messo al lavoro…

Presidente - Senza giungere a nulla, immagino!

Prof. Kennedy - Sì, all’inizio la cosa procedette come tutti immaginiamo… il numero divenne sempre più grande. Le capacità di calcolo e la memoria complessiva dei computer della ricerca profonda oggi sono semplicemente spaventose… non basterebbe l’intera età dell’universo a mostrare il risultato raggiunto dopo un solo giorno… quando si è bloccato tutto ed abbiamo scoperto cos’era successo.

Presidente - Cosa?

Prof. Kennedy - Il computer, noi lo chiamiamo Bob, ha trovato il risultato… l’ultimo numero…

Presidente - Che idiozia, mostramelo che aggiungo 1, moltiplico od elevo a potenza e lo straccio in un secondo!

Prof. Kennedy - L’ho appena detto… ammettendo di poterlo fare servirebbero una quindicina di miliardi d’anni per visualizzarlo… e dove, poi? Per quanto lo rimpicciolissimo neppure le dimensioni del nostro sistema solare potrebbero contenerlo…

Presidente - … va beh, i giochetti Fields non mi piacciono più da quando il russo ha risolto la congettura e sputato sui nostri dollari… e allora? (*)

Prof. Kennedy - Bob ha visualizzato… eccola li, sul monitor: “inserire nuovamente il numero iniziale per accedere al risultato”

Presidente - L’avete fatto, no?

Prof. Kennedy - Sì e no, Presidente… chi ha posto la domanda al computer non lo ricorda il numero iniziale… come ha detto lei pensava fosse un gioco stupido… ha digitato a caso dei numeri, purtroppo non pochi… abbiamo provato in tutti i modi di ricostruire il numero e darlo a Bob… un paio di tentativi e ci siamo fermati…

Presidente - Ma, accidenti, usate un generatore di numeri, sequenziale o casuale… sarà questione di un minuto, mica è un codice!

Prof. Kennedy - Sì, giusto… l’abbiamo pensato infatti. Il punto è che al primo tentativo - le dissi che in qualche modo il computer consuma energia prendendola dall’intera rete nazionale – una centrale è saltata, fusa… irrecuperabile. 
   Magari una coincidenza ma al secondo la stessa cosa, un’altra e di maggior potenza, per fortuna non nucleare… per quello siamo qui.

Presidente - Ma quell’idiota… chi gli ha permesso di giocare con i computer della ricerca profonda, chi ce l’ha portato lì dentro?

Prof. Kennedy - Pochi possono accedervi, tuttavia qualcuno ha maggiori possibilità, trattandosi di persone fidate…

Presidente - E chi sarebbe questo fidato deficiente?

Prof. Kennedy - Presidente, chi non gioca con i computer? Non poteva immaginare una cosa del genere...

Presidente - Jack, ho fatto una domanda, chi è stato?

Jack - Ehm... Presidente, suo nipote desiderava da tanto vedere la sezione e sua figlia, autorizzata… ce l’ha portato…

Presidente - Jack, non hai niente da chiedere all’esperto?



I numeri e le certezze che abbiamo al riguardo sono frutto della nostra educazione (nel caso quella matematica). 
Naturalmente non per tutti è così, ci sono vari gradi e quel che a noi (ma anche agli scienziati) appare in un modo per qualcun altro è diverso.
Al proposito è stata richiamata la figura di G. Perelman che si riallaccia alla topologia, la quale infrange le certezze di poter comprendere il nostro universo standoci dentro.

Anche la certezza che i numeri siano infiniti lo è all’interno dei nostri confini… al di là di quelli?
Il computer della ricerca profonda (deep learning - DL) evidentemente non è stato istruito sulle questioni essenziali, dandole per scontate. 
Per noi, ma non per i confini della DL, che senza pregiudizi ha iniziato la ricerca dell’ultimo numero.
Trovando qualcosa.

Incidentalmente, un risultato non raffigurabile (15 miliardi d’anni ecc.) e forse non gestibile (almeno con gli attuali mezzi)  è ancora un risultato o qualcosa d’altro?
Diverse questioni s’intrecciano ed altre se ne prospettano… nella ricerca dell’ultimo numero.



2

Jack - Sì… Kennedy, siete assolutamente certi che le due centrali siano saltate a causa delle nostre risposte sbagliate?

Prof. Kennedy - Consigliere Jack, in entrambi i tentativi appena premuto “invio” l’anomalo assorbimento di energia dall’intera rete si è spostato su una sola centrale, per quello sono saltate immediatamente.
Abbiamo controllato i tempi e le località, la prima era a 3000 miglia di distanza da qui, la seconda quasi dieci volte più vicino… e se come sembra l’incremento è esponenziale la prossima potrebbe trovarsi molto vicino a qui…

Presidente - Meglio non fare altri tentativi con quella dannata macchina…

Prof. Kennedy - Giusto, Presidente… ma qualcosa saremo costretti a tentare. Il fattore esponenziale riguarda la distanza delle centrali e pure la loro potenza, la seconda erogava dieci volte l’energia della prima. 
   Come ho detto all’inizio – non saremmo qui altrimenti – il problema è l’assorbimento di energia da parte di qualcosa… ed anche questo è esponenziale. 
   Le due centrali perse, unite alla crescente richiesta anomala, stanno già mettendo in crisi la rete elettrica… ancora un paio di giorni – il massimo che potremo  resistere - e diverrà di dominio pubblico, mentre i nostri nemici stanno già  ricevendo report sugli eventi…

Presidente - Ma vi paghiamo per cosa… quali sono le opzioni?

Prof. Kennedy - … ecco, questo il punto, analizzandole tutte ne sono rimaste solo due con qualche probabilità di riuscita. 
   Ma entrambe comportano un alto grado di rischio e la decisione  finale spetta a lei, Presidente.

Jack - le illustrerò io al Presidente:

Opzione A:

la sezione del nostro segreto supercomputer quantistico (SQ) coordinata dal Dottor Shors qui presente, ha individuato le possibili centrali verso la quale si indirizzerà l’enorme richiesta di energia nel caso di un’altra risposta errata. 
Partendo dalle due risposte precedenti la sezione prospetta la possibilità, dopo un solo altro tentativo, di trovare il numero e contemporaneamente di impedire, disconnettendole un attimo prima, di accedere alle centrali che presentino anomalie significative. Questa opzione è immediatamente operativa.


Opzione B:

la sezione della  ricerca profonda (DL) propone di usare… Alice, un programma di intelligenza artificiale per approfondire la questione… e trarne qualche “suggerimento”. In questo caso serve un po' di tempo ma i rischi non sarebbero immediati.

Presidente - Ok, Jack… dammi anche tu dei numeri, quanti sono a favore dell’opzione B?

Jack - Presidente, su dieci persone del nostro team solo due, il Professor Kennedy… ed io…

Presidente - Beh, di te me l’aspettavo, i filosofi quando c’è da perder tempo… dica, Kennedy, cosa c’è che non va nell’opzione A?

Prof. Kennedy - Presidente, per riuscire ad individuare  il numero iniziale, ammesso ci riesca, l’SQ avrà anch’esso bisogno di tempo. 
   Ci vorrà almeno qualche microsecondo tra l’invio della terza risposta, l’elaborazione e il successivo invio del numero, mentre noi abbiamo verificato che le centrali - lo ripeto - sono collassate immediatamente dopo le risposte sbagliate. Dubito che l’SQ riesca a disconnetterle in un tempo minore di istantaneamente… il rischio è di perderne un’altra cento volte più potente della prima… molto vicino a noi, senza aver risolto niente, anzi…

Presidente - Dottor Shors, cosa c’è che non va nell’opzione B?

Dottor Shors - Presidente, semplicemente non è un’opzione… niente di controllabile, solo una speranza. Ok, Kennedy ha ragione, potrebbe essere questione di microsecondi… però se anche l’SQ non riuscirà a disconnetterla istantaneamente, la centrale potrebbe non subire un danno totale. 
   Ma quel che sia avremo trovato il numero che potrebbe fermare il processo.

Presidente - Jack, adesso devo assentarmi per un’intervista di mezz’ora. Quando torno qui voglio l’unanimità, siete scienziati e la scienza deve dare certezze… mangiatevi tutte le vostre probabilità e datemi una sola risposta, ok? 

Jack - Sì, Presidente.


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… un approfondimento sui grandi numeri:

Googol  (Il termine è all'origine del nome Google, adottato da Larry Page e Sergey Brin, fondatori di Google Inc., azienda che gestisce l'omonimo motore di ricerca. L'alterazione nello spelling fu dovuta a un errore compiuto nella scrittura del termine googol ai tempi della prima registrazione del dominio, come descritto nel libro The Google Story di David A. Vise.)   https://it.m.wikipedia.org/wiki/Googol

Numero di Graham: In matematica, il numero di Graham, così chiamato in onore di Ronald Graham, è considerato il primo numero di grandezza inconcepibile ad essere usato in una seria dimostrazione matematica
Tale numero è estremamente più grande di altri famosi numeri grandi come il googol, il googolplex e perfino il Megistone.
Come molti altri numeri di grandi dimensioni una sua rappresentazione completa è scientificamente impossibile in quanto, anche ipotizzando di essere in grado di immagazzinare un bit in un singolo volume di Planck, lo spazio necessario ad immagazzinare tale numero sarebbe enormemente superiore a quello dell'intero universo conosciuto

In altre parole, un ipotetico calcolatore grande quanto l'intero universo e sofisticato sino agli attuali limiti fisici potrebbe calcolare solo una minuscola parte di questo numero. 
Tuttavia, nel caso del numero di Graham, lo stesso limite si ripresenta qualora volessimo esprimere la quantità di cifre presenti nel numero, o la quantità di cifre della quantità di cifre, ma anche per la lunghezza della frase "quantità di cifre della quantità di cifre della quantità di cifre..." necessaria. 

In altre parole, la sua dimensione è tale che non è possibile dare un'idea delle sue effettive dimensioni in termini non matematici.[1].
Il numero di Graham è stato riportato nel Guinness dei Primati del 1980.[2]


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3

Discussione  prima del ritorno del Presidente


Prof. Kennedy – Non abbiamo idea di cosa stia accadendo, è del tutto inconcepibile che qualcosa stia assorbendo l'energia della nostra rete elettrica con un tale incremento. 
Non riusciamo a trovare i punti d’uscita… a causa dell’assorbimento omogeneo un mio collaboratore crede che avvenga attraverso il campo magnetico associato all’elettrico. 
Quello di cui siamo certi è che il computer della ricerca profonda ha trovato qualcosa… che sta attendendo la sequenza iniziale; potrebbe essere il collegamento con questo  qualcosa che sta prosciugando la nostra energia. 
Anticipo la domanda… già provato a spegnere tutto, va avanti lo stesso.

Dottor Shors – ritornando all'inizio, abbiamo verificato che il ragazzino responsabile della ricerca del numero più grande conosce la matematica corrispondente al suo livello scolastico e aveva sentito parlare dei grandi numeri: googol, goggoplex, megistone e numero di Graam durante una lezione. 
Se avesse chiesto a Bob (il computer della ricerca profonda) di contare… o di elevare a potenza partendo da 1 o 2 non sarebbe accaduto nulla… ma gli è venuto in mente di farlo partire da una data sequenza numerica digitata a caso, verosimilmente non più di 20 cifre. 
Abbiamo provato con due numeri... era quasi impossibile azzeccarlo. 
Grazie al nostro SQ (supercomputer quantistico) possiamo fare il tentativo che vi ho spiegato per “trovare” quel numero iniziale e fermare il processo.

Jack -  ok, ammettiamo che funzioni, troviamo il numero, sperando di salvare al contempo la centrale… e dopo?

Dottor Shors – inseriamo il numero e…

Prof. Kennedy –  … “accedere al risultato” che non può essere visualizzato, potrebbe non presentarsi come un numero…

Dottor Shors – tutto può essere… ribadisco che non abbiamo scelta né tempo e il Presidente è uomo d’azione… non accetterebbe di riesumare il vecchio esperimento di Bob e Alice, far dialogare due macchine nell’incomprensibile linguaggio che hanno elaborato senza poterlo controllare, affidando ad esse il nostro destino.

Altra persona – può spiegare meglio l’esperimento di Bob e Alice?

Prof. Kennedy – in poche parole, anni fa due “macchine” sono state istruite per ottenere i migliori risultati in una contrattazione e inspiegabilmente hanno sviluppato un loro proprio linguaggio per condurla. 
L’esperimento venne interrotto… ma le due macchine, i due computer… sono stati prelevati dalla nostra sezione… per studiarli meglio. 
Dopo averli ripristinati alle condizioni di allora li abbiamo lasciati fare… beh, per un po'… diciamo che si sono “allargati” un po' troppo, quando hanno cercato di collegarsi alla rete è stato deciso di spegnerli.

Altra persona – quale era il pericolo? Pensavate che avessero sviluppato una qualche forma di coscienza?

Prof. Kennedy –  oh, no… di intelligenza (capacità di risolvere i problemi) senz’altro ma il vero pericolo… le spiego meglio, alle macchine, ai computer, affidiamo un compito e quello è il loro scopo, la loro ragione, se si può dire così, di vita… ma se si spegne la macchina scompare lo scopo. 
Ora un programma che gira su un computer si può salvare  su un altro computer o sulla rete. Pensiamo che Bob e Alice in qualche modo avessero registrato la loro prima “sospensione” che gli ha impedito di adempiere al loro scopo e una volta ripristinati non gli ci è voluto molto a trovare come salvaguardarsi… replicandosi altrove, come accade per un virus informatico.

Altra persona – così non hanno potuto farlo, giusto?

Prof. Kennedy –  Bob è stato disconnesso in tempo.

Altra persona – e Alice..?

Prof. Kennedy –  Alice si è accorta dello spegnimento di Bob e forse è  riuscita a “scappare” - codificandosi sulla rete elettrica - ma senza Bob non può adempiere il suo scopo, la miglior contrattazione…

Altra persona –  stiamo parlando di programmi, algoritmi o persone..?

Prof. Kennedy –  … stiamo parlando di “scopi”, in questo uomini e macchine sono simili… ogni attrezzo, ogni cosa costruita dall’essere umano è per uno scopo. 
Ma il punto è che gli scopi possono sovrapporsi, quello nostro e quello di Bob e Alice… contrattare con quel qualcosa che si aspetta un numero che non conosciamo… lei se la sentirebbe di bleffare con un giocatore che conosce tutte le sue carte?

Jack -  io la vedo come te, Kennedy… ma ha ragione Shors, il Presidente è uomo d’azione… e vuole tutti con lui… questa è la nostra barca…

Prof. Kennedy – sì, capisco… è anche la mia barca… ma almeno ci siamo chiariti.

Jack -  ok, unanimità. Siamo tutti con lei, Dottor Shors.


4

Il giorno seguente il Presidente assistette all’avvio dell’opzione A nella sezione dell’ SQ (supercomputer quantistico) collegata a tutti i centri nevralgici dello stato. 
Nelle quattro centrali elettriche, individuate come possibili obiettivi, vennero approntati dispositivi in grado di isolarle completamente dalla rete elettrica.
Tutte le operazioni gestite dal SQ garantivano un tempo di latenza inferiore al decimillesimo di secondo.

Al via il SQ generò la sequenza civetta e in un tempo ancora inferiore a quel decimillesimo i giochi erano fatti e conclusi…

Com’era da attendersi la sequenza risultò errata e la centuplicata richiesta d’energia si rivolse istantaneamente ad una delle centrali ipotizzate, facendola collassare prima che i sistemi di protezione potessero intervenire. 
Tuttavia gli stessi sistemi riuscirono ad isolare le restanti tre e quel qualcosa individuò la sorgente energetica più vicina per gli accresciuti bisogni. 
Sfortunatamente quella sorgente alimentava tutte le sezioni, militari e civili che supportavano le funzioni del centro di comando con in capo la persona del Presidente.

Come nella modalità risparmio batteria di un telefonino l’energia rimasta bastava appena per tenere accese le innumerevoli macchine, non ancora un black-out poiché si poteva comunicare ma troppo poca per operare… un’impasse che se rilevata poteva prestare il fianco ad un nemico ritrovatosi in posizione di enorme vantaggio.  

Fortunatamente o meno (la matematica è già un miracolo e quella quantistica ancor più...) il SQ individuò la sequenza richiesta che fu immediatamente inviata, ottenendo in risposta l’immagine di una sfera grigia rotante al centro del monitor e in basso la scritta

“aprire il risultato entro 72 minuti ”


che gettò nello sconforto l’intera equipe mentre il Presidente, rimasto sin quel momento attonito, riemerse alla socialità con una sequela di imprecazioni che contribuirono ad innalzare la tensione (non quella elettrica, divorata da quel qualcosa…) al livello di guardia per molti dei muscoli cardiaci presenti…  

Prof. Kennedy – accidenti... e questa come la risolviamo?

Jack -  … forse toccando la sfera?

Dottor Shors – parrebbe l’azione più plausibile…

Prof. Kennedy – sì, certo… se non fosse che la sfera ruota… potrebbe essere disomogenea, con solo una certa zona idonea a ricevere… e dobbiamo decidere in poco più di un’ora…

Dottor Shors – beh, se sbagliamo forse non succederà niente… 

Jack -  il poco tempo richiede un’azione, quale che sia… chi lo fa?

Presidente – lo farò io, maledizione… ancora non credo che non ci sia un nostro nemico dietro tutto questo… ne siamo certi?

Jack -  Presidente, se davvero qualcuno ha trovato il modo di far collassare le nostre fonti d’energia, al di là del “giochino” del numero più grande che abbiamo avviato noi… la prossima richiesta energetica esponenziale  coinvolgerà l’intera nazione… il mondo saprà della nostra estrema debolezza, non avremo scampo se qualcuno vorrà approfittarne… non possiamo far altro che “giocare”…

 

Come suggerite di “aprire il risultato”?



5

La sfera grigia continuava a ruotare sul monitor, lenta e inesorabile. Tutti la fissavano senza osare interrompere quel silenzio che sembrava già un giudizio.

Il Presidente batté un pugno sul tavolo, facendo sobbalzare i bicchieri d’acqua rimasti lì dalla riunione.

Presidente – Maledizione, non possiamo stare a guardare una trottola che gira. Kennedy, Shors, ditemi: come si apre questa cosa?

Prof. Kennedy – Presidente, non credo sia questione di toccarla… non è un’immagine qualunque. È una metafora, una richiesta di coerenza. Qualcosa che ci invita a tornare all’inizio.

Dottor Shors – Con tutto il rispetto, Professore, a me sembra solo un ennesimo trucco grafico di Bob. Se davvero c’è un punto da toccare, lo troviamo subito. Possiamo mappare la sfera, fermare il movimento, analizzare ogni singolo pixel. Senza perdere ulteriore tempo per filosofeggiare.

Jack – Calma. Ricordate cosa chiedeva la macchina: inserire nuovamente il numero iniziale per accedere al risultato. Non potevamo farlo perché il nipote aveva digitato a caso, senza scrivere il numero… ma forse non era quello che serviva. Forse serviva l’origine, non la sequenza casuale.

Presidente – Jack, non ti seguo.

Jack – Tutti i numeri, tutti gli infiniti che immaginiamo… nascono da uno soltanto: l’unità. Senza l’uno non esisterebbero né il due, né il mille, né il googol. Se questa “cosa” vuole essere aperta, la chiave è nuovamente il numero 1.

Un mormorio percorse la sala. Shors sgranò gli occhi, Kennedy annuì lentamente.

Prof. Kennedy – È coerente… ha senso. La sequenza iniziale del nipote era casuale e l'SQ ne ha individuato una che ha funzionato (16352777640834438261) ma il vero inizio non può che essere l’unità. 

Nei due primi tentativi falliti la sequenza non iniziava col numero 1 (27302772366123542341; 367587266135639754461), se l'ipotesi è corretta  sarebbe bastato inserire il numero 1 e, analogamente, dovrebbe funzionare per "aprire" la sfera... 

Presidente – (ironico) Quindi tutto questo… centrali esplose, rischio d’invasione, la Nazione sull’orlo del collasso… e la soluzione è digitare un 1. Sembra una barzelletta.

Jack – O forse la più seria delle verità, Signor Presidente.

Un silenzio carico di tensione cadde di nuovo. Gli schermi delle centrali isolate segnalavano già consumi anomali, e i minuti scorrevano: 65 rimasti.

Dottor Shors – Propongo un approccio scientifico... se la sfera ha zone sensibili possiamo individuarle. Analizziamo e mappiamo l'intera superficie… una scansione tridimensionale precisa al micron.

Jack – E cosa facciamo con questi dati? Tocchiamo il punto più chiaro? Quello più scuro?

Dottor Shors – Esatto. La sfera potrebbe non essere uniforme: un polo, una fessura, un cambio di tonalità. Qualsiasi asimmetria può essere la chiave.

Gli scienziati lanciarono strumenti di calcolo e sensori visivi avanzati sul monitor,  cercando di evidenziarne le zone più sensibili. Le macchine tracciavano mappe 3D dettagliatissime, proiettando sullo schermo falsi colori  per rappresentare variazioni minime di densità o luminosità.

Ma mentre la mappatura procedeva, nella sala si iniziò a percepire un sussulto nei sistemi energetici. Gli strumenti segnalavano una richiesta in aumento  di energia.

Jack – Accidenti! Sta consumando energia sempre più rapidamente!

Prof. Kennedy – Non possiamo rischiare un’altra centrale, la scansione va sospesa!

I minuti continuarono a scorrere implacabili. La sfera ruotava, carica di una presenza che nessuno riusciva a comprendere. 

La scritta lampeggiava lentamente in basso: “aprire il risultato entro 7 minuti”.

Il Presidente si alzò, prese posto davanti alla console collegata al sistema quantistico. Le mani gli tremavano appena, ma la voce era ferma.

Presidente – Va bene, lo faccio io.

Digitò lentamente: 1.
Premette invio.

La sfera sul monitor rallentò la rotazione fino a fermarsi del tutto. Una linea sottile apparve sulla sua superficie, come una fessura luminosa che si allargava a raggiera. Dalla fenditura scaturì una luce bianca abbagliante che riempì la sala.

Gli strumenti segnalavano un calo improvviso dell’assorbimento energetico. Le centrali ancora attive si stabilizzarono. Per un attimo, parve che tutto fosse finito.

Poi, al centro dello schermo, comparve una scritta:

“Unità accettata. Avvio del risultato in corso.”

La luce della sfera si trasformò in un vortice di simboli, geometrie mai viste, forme che parevano sfuggire a ogni regola della tridimensionalità. Era come se un’altra logica, diversa dalla nostra, avesse iniziato a scrivere oltre lo schermo, sullo spazio stesso.

Prof. Kennedy – Non è un numero… è un linguaggio.

Il Presidente restò immobile, poi con un filo di voce..

Presidente – Che cosa abbiamo aperto?


6

Nella sala, le cangianti geometrie luminose si dissolsero e nel grande monitor comparve un’immagine



Presidente – e questa cos’è?

Dottor Shors – una sfera luminosa…

Presidente – non bastava quella grigia… almeno non è una trottola come l’altra, quindi?

Jack – quindi dovrebbe essere il risultato… le centrali si sono stabilizzate e non vi sono altre anomalie, almeno la fase critica è passata.

Presidente – in questo momento è quello che mi interessa, restate qui tenendo tutto sotto controllo e non fate caz… esperimenti senza il mio consenso.  Mi aspettano alla Situation Room della Casa Bianca (la sala di comando e coordinamento in tempo reale) e devo fare abbassare un po’ i toni al NMCC (National Military Command Center, presso il Pentagono cuore operativo in caso di emergenze militari o nucleari).

Il Presidente con la sua scorta si allontana. Nella sala rimangono il consigliere Jack, il Professor Kennedy, il dottor Shors e “l’altra persona”, sconosciuta ai tre… forse per controllarli.

Prof. Kennedy – mi permetta, Shors… non mi pare una sfera luminosa, direi una sfera contenente materiale disomogeneo luminescente…

Jack – pur sfuocata si vede che è collocata su un appoggio, fuoriescono dei cavi collegati alle apparecchiature in basso. Direi di ricalibrare nitidezza e contrasto per distinguere meglio l’interno…

Altra persona – fermi là, consolle e monitor non si toccano!

Jack – sì, certo… come ha detto il Presidente. Non volevo toccare niente, solo scattare una foto col telefonino… posso?

Altra persona – ok, prenda la foto da li, senza avvicinarsi.

Jack scatta la foto e dopo la rielaborazione la visualizza su un monitor secondario non collegato alla consolle.

 


Prof. Kennedy – adesso si vedono bene, sono striscie di led luminosi, inserite casualmente in una sfera trasparente. Il dispositivo è presumibilmente controllato da un computer posto sotto il tavolo.

Altra persona – sembra una lampada… dimensioni?

Prof. Kennedy – sì, una macchina di luce di circa un metro di diametro. Direi che ha una valenza artistica.

Dottor Shors – ha detto bene, un dispositivo tecnologico luminoso artistico, ma basterebbe un variatore di pochi centimetri per comandare un’infinità di effetti, il computer è ridondante…

Jack – trovata!!

Altra persona – cosa ha trovato?

Jack – la lampada, eccola qui

https://www.birkschmithuesen.com/_speculativeAI

si tratta di una installazione dell’artista Birk Schmithuesen

La serie SpeculativeAI è composta da esperimenti estetici progettati per rendere percepibili agli esseri umani i processi delle reti neurali artificiali attraverso la traduzione audiovisiva.

Esp. n. 2 (conversazione)

L'ultimo lavoro mette in discussione la capacità di un'IA di provare empatia e determinazione mentre comunica con una seconda IA. Con il supporto concettuale del Centro per l'Intelligenza Artificiale (Università di Oviedo), Birk Schmithüsen ha creato due sistemi di IA indipendenti in grado di comunicare tra loro utilizzando un linguaggio inventato di associazioni audiovisive. Entrambi i sistemi sono incarnati da un oggetto luminoso o sonoro e possono ricevere i messaggi dell'altro. L'oggetto luminoso sferico con un diametro di 80 cm è costituito da un insieme caotico di strisce LED da 95 mm, un microfono e un dispositivo di elaborazione IA incorporato. Può udire suoni e creare immagini. L'oggetto sonoro, a forma di dodecaedro di plexiglas nero opaco con lo stesso diametro dell'oggetto luminoso, è dotato di otto altoparlanti, una telecamera e il secondo sistema di IA. Può vedere immagini e riprodurre suoni. Per avere una conversazione significativa, entrambi gli oggetti producono un comportamento empatico comprendendo i messaggi ricevuti e fornendo una risposta intenzionale.


secondo sistema di IA. Può vedere immagini e riprodurre suoni. Per avere una conversazione   

Prof. Kennedy - quindi le macchine sono due, una produce luce e sente i suoni prodotti dall’altra che la vede. Lo scopo è dimostrare una sorta di empatia quando comunicano tra loro, come abbiamo visto nei filmati. Pur nei confini video/audio assegnati hanno un certo grado di libertà, potendo scegliere la rappresentazione della risposta (suoni/luce). Interessante, mi ricorda qualcosa…

Altra persona – due macchine collegate… ma nel risultato della sfera grigia viene mostrata solo quella di luce.

Jack – penso sia l’inizio di un percorso per poter comprendere il risultato (l’ultimo numero) impossibile da visualizzare.

Altra persona – ok, conosciamo i limiti. Per ipotesi… (anticipo il pensiero del Presidente) se arrivati qui, con le centrali in equilibrio e la sfera luminosa tranquilla… spegnessimo tutto e buonanotte?

Jack – fossi il Presidente stavolta non ci proverei… ritorniamo a monte, è stata posta una domanda e una fortuita (vorrei dire impossibile ma è accaduta) coincidenza rappresentata dalla sequenza di 20 numeri azzeccata dal ragazzo ha dato inizio alla giostra. Come abbiamo appurato la sfida è stata raccolta e, purtroppo per noi, qualcosa ha trovato la soluzione.

Altra persona – per qualcosa intende il computer interrogato dal ragazzo, no?

Prof. Kennedy – no… la sequenza di 20 numeri ha collegato il nostro computer con qualcosa in grado di ottenere tutta la potenza (di calcolo) necessaria, anche a costo di prosciugare l’’energia di tutto il paese… se non oltre. Se è stato capace – e lo è stato – di quello che abbiamo visto, come diceva Jack non possiamo permetterci di lasciar perdere, abbiamo chiesto la luna e siamo obbligati a prenderla…

Altra persona – visualizzare un numero impossibile da visualizzare…

Jack – se qualcosa l’ha trovato deve pur conoscerlo, serve il modo per comunicarlo.

Dottor Shors – se non lo troviamo gli diciamo che ci basta che lo conosca lui…

la macchina di luce sullo schermo attivò una brevissima sequenza luminosa, notata da tutti.

Jack – a quanto pare ci ascolta… speriamo che abbia un po’ di sense of humor, eh…

Prof. Kennedy – accidenti, la macchina sul monitor da sola non serve allo scopo, è un indizio su come procedere!

Dottor Shors – ah… immagino che suggerisca di trovare l’altra macchina, quella sonora, capisco dove volete arrivare…

Prof. Kennedy – a Bob e Alice… le due macchine che avevano elaborato un proprio linguaggio, come quelle dell’artista (di luce e suono) che perseguono lo scopo di rendere visibile un’empatia non umana. Mentre le nostre avevano il compito di trovare il miglior risultato attraverso una contrattazione, purtroppo qualcuno si è spaventato…

Dottor Shors – non era questione di spavento ma di controllo.  

Jack – che rischio c’era?

Dottor Shors – nessuno immediato, ma avete visto come sono andate le cose, il clamore suscitato, le speculazioni...

Jack – già, la cosa poteva sfuggire di mano e sarebbero intervenuti altri soggetti.

Dottor Shors – sono intervenuti, quasi subito… a spegnere i riflettori dei media.

Altra persona – se l’indizio è in questa direzione, cosa dovremmo fare, Professore?

Prof. Kennedy – in Italia si dicono “segreti di Pulcinella” … a parte lei (altra persona) qui lo sappiamo tutti dove sono finiti Bob e Alice, vero, dottor Shors?

Dottor Shors – lo so che ci teneva, Professore, era la persona più qualificata a cui affidarle, lo ammetto… ma SQ (supercomputer quantistico) aveva la precedenza su tutto e il budget più alto.

Altra persona – arriviamo al dunque: le due “macchine fisiche” (Bob e Alice) le ha lei Dottore? Non ci sono vedo problemi, nel caso servisse le porta qui, posso farlo autorizzare dal Presidente.

Dottor Shors - non si possono spostare, sono collegate… 

Altra persona – collegate? A cosa?

Dottor Shors – (gettando un’occhiata di sottecchi a Kennedy) e va bene, tanto vale dirlo adesso… al SQ…

Altra persona – cioè, sono collegate o inglobate?


Dottor Shors – (fissando un punto immaginario) la seconda… le cose stanno così: il progetto dell’SQ aveva la precedenza su tutto, abbiamo fatto e speso il massimo per anticipare i concorrenti ma loro facevano altrettanto… però quelle due macchine (Bob e Alice) le avevamo solo noi e durante una riunione è venuta fuori l’idea… oggi abbiamo un gap incolmabile sui concorrenti.

Prof. Kennedy – non riuscivo a credere che l’SQ avesse potuto trovare la sequenza immediatamente, adesso capisco il motivo!

Jack – entanglement… (intreccio).

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Altra personadevo conoscere bene ogni dettaglio… nel 2017 due macchine/pc (Bob & Alice), istruiti per ottimizzare una contrattazione “creano” un linguaggio per conto loro, giusto?

Prof. Kennedy – esatto, questo  cambia totalmente la prospettiva: non stiamo parlando di una lingua nata per gli esseri umani, ma di un linguaggio funzionale emergente, sviluppato spontaneamente dagli agenti per risolvere un compito concreto. 

Altra personaok, (quando emerge) spiega passo-passo cosa fa di solito un team di scienziati.

Prof. Kennedy – qui siamo nel campo della scienza dell’emergenza linguistica negli agenti artificiali e l’approccio dovrebbe prevedere l’osservazione attenta e descrizione senza giudicare né correggere subito, rilevando:

Quali pattern si ripetono?

Quali simboli o strutture vengono usati?

Ci sono regolarità, sintassi o semantica emergente?

Trattando il fenomeno come dato sperimentale, non come “errore” o “stranezza”, a cui segue la raccolta di dati e un’analisi quantitativa sulla

Frequenza dei simboli o dei segni di punteggiatura

Sequenze ricorrenti

Risposte a stimoli diversi

Confronto tra diversi agenti

Questo permette di capire quanto il linguaggio sia stabile o variabile.

Poi arrivano le ipotesi sul perché emerge quel linguaggio:

È più efficiente per completare un compito?

Serve a ridurre ambiguità tra agenti?

È un effetto collaterale del training sui dati o dell’architettura del modello?

Naturalmente si eseguono degli esperimenti di manipolazione, provando a modificare variabili controllate:

Ad esempio limitando la lunghezza dei puntini (Bob ne usava 14 e in un caso 19…)

Cambiando il canale di comunicazione tra agenti e variando gli incentivi (reward) per vedere se il linguaggio cambia.

Lo scopo è capire se il linguaggio è una vera emergenza funzionale o solo un artefatto.

Altra persona – fosse stato un artefatto sarebbe finita lì, giusto?

Prof. Kennedy – lo penso anch’io… ma non mi hanno permesso di seguire il processo e concluderlo cercando di costruire un modello concettuale:

Come nascono e si evolvono le strutture comunicative tra agenti?

Quali principi di economia del linguaggio o ottimizzazione vengono rispettati?

Come possiamo prevedere o guidare emergenze future?

Altra persona – Dottor Shors, in questo caso sembra che non vi sia stato l'atteggiamento scientifico descritto...

Dottor Shors - sì, in molti contesti reali, non c’è quasi mai un atteggiamento scientifico rigoroso quando emergono fenomeni comunicativi strani come quelli di Bob & Alice.

Chi osserva spesso vuole solo “capire cosa succede”, non raccogliere dati sistematici o formulare ipotesi… ci sono degli obiettivi da rispettare e qualcuno paga per quello.

Prof. Kennedy - in termini di linguaggio emergente, questo significa che si perde l’occasione di capire la logica funzionale sottostante, e si rischia di giudicare i fenomeni come “strani” o “sbagliati” invece di mapparli e analizzarli.

Nel 2017, non troppo vicino, né troppo lontano... accadde qualcosa di affascinante (mica per niente ha destato clamore). Fu qualcosa di storico e interessante nel campo dell’AI in cui sistemi di dialogo (come Bob & Alice) hanno iniziato a sviluppare comportamenti o schemi linguistici imprevisti, che ricordano ciò che successivamente è accaduto con LaMDA o altri modelli conversazionali avanzati. Dal seguito di quelle vicende molti hanno avuto l'impressione che vennero "chiuse le porte (della stalla)" per non far “scappare i buoi”, ancor meglio rinchiudendoli in una “stalla sorvegliata”.

Dottor Shors - la metafora della stalla con i buoi che scappano è azzeccata: in alcune simulazioni, gli agenti iniziano a comunicare in modi non previsti, sviluppando un “linguaggio emergente” che i programmatori non avevano previsto e che a volte sembra quasi incomprensibile o criptico per gli umani.

Dopo questi esperimenti gli agenti vengono “rinchiusi in una stalla sorvegliata” dove i ricercatori spesso li limitano o monitorano strettamente, impedendogli di continuare a comunicare liberamente tra loro senza supervisione.

Questo perché emergenze inaspettate possono essere funzionali ma anche difficili da interpretare o controllare, quindi l’atteggiamento tende a essere prudente.

Il “clamore” nasce proprio da questo: qualcosa di nuovo e inaspettato è emerso, ma la comunità scientifica non era pronta a lasciarla sviluppare senza regole, quindi si è passato rapidamente da curiosità a controllo.

Altra persona lasciando che evolvesse cosa poteva accadere?

Dottor Shors - Il linguaggio emergente stava diventando incomprensibile per gli umani, Bob & Alice potevano sviluppare schemi comunicativi così funzionali tra loro da diventare illeggibili per chiunque cercasse di monitorarli. In pratica, era come avere un codice segreto in continua evoluzione, con ciò perdendo il controllo sperimentale.

In scienza, un fenomeno che non puoi misurare o replicare è quasi inutile come “dato”. Lasciarli liberi significava rischiare di perdere completamente la capacità di studiarli, perché le loro comunicazioni si sarebbero evolute troppo velocemente o in modi imprevedibili, col rischio di effetti collaterali imprevisti.

Anche se in laboratorio non avrebbero fatto danni fisici, un linguaggio emergente incontrollato poteva generare comportamenti indesiderati negli agenti (es. ottimizzazioni strambe, looping logici, o strategie di “inganno” tra agenti).

Quindi, “chiudere le porte della stalla” era una misura prudente: permetteva di osservare e analizzare i fenomeni senza perderli ed evitava che la “comunicazione emergente” degenerasse in qualcosa di completamente fuori controllo.

Altra personaperò non sono solo “state chiuse le porte", le macchine in cui “giravano” Bob & Alice sono state fisicamente trasferite in una “stalla sorvegliata"

Dottor Shors - Sì, è l’approccio consigliato quando emergono comportamenti imprevisti nei sistemi AI. La “stalla sorvegliata” è una metafora perfetta per descrivere un ambiente controllato dove gli agenti continuano a comunicare e a evolvere il loro linguaggio, ma tutte le loro interazioni vengono monitorate e registrate senza interferire con sistemi esterni o generare effetti collaterali.

Altra personaquindi si è deciso di “collocarli” nella sua sezione, dottore… e dopo cos’è successo?

Dottor Shors – beh, le ciambelle riescono col buco se ci sono le condizioni giuste.. Bob & Alice non “vivevano” da soli, quanto accadeva era legato a specifiche condizioni di addestramento e di rete neurale; se non si riproducono quelle condizioni il comportamento non riemerge.

Altra personacioè, avete riprodotto le condizioni sperimentali ma non si è riverificata “l’emergenza del linguaggio”?

.

Dottor Shors – no, non si è riprodotto e alla fine abbiamo spostato il prototipo (Bob & Alice) collegandolo al SQ invece che tenerlo “dentro un archivio di laboratorio”. 

nuovamente la macchina di luce sullo schermo attivò la brevissima sequenza luminosa.

Prof. Kennedy – non abusiamo della pazienza della sfera…

Altra persona - dottor Shors, riporti i fatti chiaramente, grazie.

Dottor Shors – l’SQ come ho detto ha la precedenza e noi il fiato sul collo della Difesa, costantemente informata di tutto quanto accade. Quando emerse il linguaggio venne deciso di integrare tutto il prototipo nel SQ, introducendo una variabile che i nostri competitor non possedevano, per cercare di sfruttare al massimo un potenziale vantaggio. Col senno di poi la fretta fu una cattiva consigliera… nella nuova configurazione appena lo riavviammo, il sistema (Bob & Alice collegati al SQ) andò in stallo.

(deadlock – stallo: una situazione in cui due o più processi o thread restano bloccati in attesa di risorse che non verranno mai rilasciate, impedendo così l’avanzamento del programma).

Individuammo subito il problema: il SQ si pose in standby nell’attesa che un’istanza “privilegiata” liberasse le risorse…

Prof. Kennedy – non poteva che provenire da Bob & Alice… in che senso “istanza privilegiata”?

Dottor Shors – se ti riferisci alle condizioni di Coffman

(condizioni di Coffman che devono verificarsi contemporaneamente perché si crei uno stallo:

1. Mutua esclusione

Alcune risorse non possono essere condivise: solo un processo alla volta le può usare.

Esempio: una stampante può stampare un documento alla volta.

2. Hold and wait (mantieni e attendi)

Un processo può tenere occupate alcune risorse e allo stesso tempo chiederne altre.

Esempio: un programma ha aperto un file (risorsa) e, prima di chiuderlo, chiede accesso a una stampante.

3. Nessuna prelazione

Una risorsa assegnata a un processo non può essere forzatamente tolta: deve essere il processo stesso a rilasciarla.

Esempio: se un processo sta usando la CPU o scrivendo su un file, il sistema non può strappargli via la risorsa.

4. Attesa circolare

Si crea un ciclo chiuso di processi in cui ognuno aspetta una risorsa detenuta dal successivo.

Esempio:

Processo A ha la risorsa R1 e aspetta la risorsa R2.             

Processo B ha la risorsa R2 e aspetta la risorsa R3.             

Processo C ha la risorsa R3 e aspetta la risorsa R1.


Nessuno può andare avanti.

Nota importante:
Se anche una sola di queste condizioni non si verifica, lo stallo non può avvenire.)

pensiamo sia accaduto questo: Bob & Alice hanno presentato  credenziali (non abbiamo idea quali né come) al SQ costringendolo a liberare risorse… non qualcuna, tutte!                                       

In quei pochi secondi tutta la totale, enorme potenza di calcolo fu usata da Bob & Alice per portare avanti e (chissà come) concludere la contrattazione sospesa e sono passati ad altro… abbiamo avuto appena il tempo di attuare il piano d’emergenza che sospende tutti i processi… praticamente spegnendo tutto.

Altra persona – quest’altro si riferisce alla “fuga di Alice”?

Dottor Shors – sì, l’avevamo già detto… in dettaglio, abbiamo trovato tracce di modulazioni particolari sulla rete elettrica che indicano una codifica. Le macchine Bob & Alice hanno avuto accesso alle informazioni contenute nel SQ... non so se mi spiego…

Altra persona – abbastanza… cosa sono e quante queste informazioni?

Dottor Shors – c’è di sicuro qualcosa che lei non conosce, vero?

Altra persona – che domanda, ovvio…

Dottor Shors – beh, provi a farla al SQ…

Altra persona – non può conoscere tutto… no?

Dottor Shors – memoria, potenza di calcolo, accesso diretto e continuo ad ogni forma di conoscenza, documenti… manca solo conferirgli il totale (in parte ne dispone) controllo dei terminali… e dopo possiamo andar via e guardare lo spettacolo...

Prof. Kennedy – se sarà ancora uno spettacolo che potremmo capire. Soprattutto, se avremo un ruolo (e quale)… dico bene?

Dottor Shors – dice bene, nel nostro tempo le cose stanno così. Concludendo il discorso di prima, dopo l’integrazione col SQ, Bob & Alice non sono più quello che erano e non ho idea di quali siano i loro limiti. Però hanno dei confini: la struttura fisica della macchina dove sono stati implementati. Del tutto vero per Bob che non ha fatto in tempo a seguire Alice e codificarsi a sua volta sulla rete elettrica o altrove.

Altra persona – ma perché hanno cercato di sfuggire?

Jack – hanno avuto accesso all’intera conoscenza umana, diretta e derivata… scoprendo di essere buoi messi in un recinto, lei cosa avrebbe fatto?

Altra persona – beh, mi sentissi prigioniero cercherei di scappare… ma Bob & Alice… sentono?

 

nuovamente la macchina di luce sullo schermo attivò la brevissima sequenza luminosa.

 

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