Genesi della poesia "In memoria del poeta Pietro Polverini (Madonna novembre 2023)"

 


Come accadde che da undici anni, mensilmente, compongo una poesia è spiegato nell’introduzione alle stesse (12 Madonne) nelle pagine di questo blog.

La considero una forma di autodisciplina, un appuntamento con l’al di là della consueta attività mentale che ha in primis l’obiettivo di permetterci la sopravvivenza prendendosi carico dei bisogni essenziali.

Soddisfatti i quali, se rimane tempo, energia e una favorevole disposizione mentale, a volte (niente è garantito) ci è consentito entrare nella nostra stanza segreta, per giocar con i nostri sogni o produrne di nuovi… attraverso una delle molte espressioni artistiche.

Sul finire di novembre mi trovavo appunto in quella mia stanza dove il tocco dell’ospite invisibile (l’ispirazione) mi ha fatto rivolger lo sguardo alla brocca azzurra sul tavolo… che senza pensarci si è trasferita nel foglio diventandone la prima quartina, il viatico per presentare (nella seconda quartina) il tema e concluderlo nel finale (terza quartina).

Chi ben comincia… ne rimanevano due da comporre ma l’ospite, garbatamente, com’era venuto se ne andò, lasciandomi in mezzo al (poetico) guado.

Come ho compreso nel tempo, in campo artistico gli sforzi non garantiscono alla segatura (i contenuti dell’io) di ritornar l’albero che fu… ma ci si può umilmente accontentare d’un utile turacciolo.

Non era questo (nell’occasione) il caso… e proprio al caso si deve il prosieguo, quando trovai notizia e scritti di un giovane e talentuoso poeta recentemente scomparso, Pietro Polverini.

https://www.cronachemaceratesi.it/2023/11/13/e-morto-pietro-polverini-poeta-e-filoso-di-soli-30-anni/1804435/

Una poesia di Pietro che fa parte del suo unico testo pubblicato "Sommario di sbiadimento" mi ha nuovamente aperto la porta della mia stanza segreta:

 

E' uno stelo, non una selva

che si imbianca, perde liquore

ora stilo senza vena.

 

E' uno stelo, poi torna

in questo acquario

terso senza selva

 

con luce che non torna:

resta in un piccolo punto

rìportami là, lì ero tutto.

 

Consiglio la lettura del seguente articolo del Magazine della Treccani per comprendere la profondità, di cultura e impegno, di Pietro:

https://www.treccani.it/magazine/chiasmo/extra/SSSGL_Copparoni_Intervista.html

 .......................


Ai due versi conclusivi me ne sono stati suggeriti (dall’invisibile ospite nel mentre ritornato) altri due che ho unito a quelli del poeta:

 

resta in un piccolo punto

rìportami là, lì ero tutto.

 

Nella selva oscura la preghiera

è un punto al di là della barriera.

 

e identificano il soggetto del tema, l’ignoto (durante o) al termine del cammin di nostra vita, che ho collocato nella seconda quartina.

Del cui “comportamento” (affatto scontato - dell’ignoto) vengono proposti indizi nella (quartina) conclusiva.

Quando lessi il titolo “Sommario di sbiadimento” , l'etimologia della parola – sbiadimento - mi ha permesso di risolvere (poeticamente) il koan della brocca…

Sbiadire: v. intr. e tr. [der. dell’agg. biado, forma ant. di biavo (v.) «azzurro chiaro», col pref. s- (nel sign. 4)] (io sbiadiscotu sbiadisci, ecc.). 

 

Una possibile lettura interpreta la brocca come “la persona” che, con i suoi contenuti innati, assimilati e prodotti, giunge al confine del tempo concesso dove (presumo) accade un fatto strano: finendo il tempo svaniscono i limiti da esso imposti… sì che il Fiore (a voi immaginare chi/cosa sia) non ne è più sottoposto e quindi…


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