17 anni
Lo shintoismo
sostiene (sostiene Pereira…) che
tutte le cose abbiano un’anima, comprese quelle “costruite” dall’uomo, ad
esempio computer e… auto.
Appunto qui
riferirò dell’anima di “ferro” della mia auto, che, come ogni cosa animata (nel
modo in cui può esserlo un’auto, con i suoi dispositivi e il suo “cibo”, alias
benzina, nel mio caso) giunge al termine del suo precipuo viaggio.
Più che un necrologio
(collegamento al film con Mastroianni) è un saluto ad una “compagna” che ha fatto
più del suo meglio per sostenermi nei 17 anni dei miei piccoli e grandi viaggi.
L’avevo
acquistata nuova e sono arrivato a percorrerne 370.000 km; man mano nel tempo
ne ho curato gli inevitabili acciacchi riparando o sostituendo quel che proprio
serviva, per dire, con le ultime candele ho percorso quasi 170.000 Km.
Non penso sia
un’auto particolarmente “ben riuscita”, bensì ritengo che il “rapporto che si
ha con le cose (oltreché con le persone, animali ecc.) possa fare una certa
differenza.
Ma,
inevitabilmente, il braccio armato del destino (meccanico), sempre il tempo,
alla lunga, per usura la vince.
Realisticamente
mi ero chiesto quale fosse il “limite” di un’onesta vita “meccanica” e se sia
sempre il caso d’insistere con “l’accanimento terapeutico”, sostituendo a mo’
di nave di Teseo i singoli componenti degradati.
Beh, anche i
(il, quello di guida soprattutto) sedili al par dei materassi hanno perso
efficacia e la schiuma uretanica man mano si sbriciola…
Per farla
breve ero arrivato alla conclusione che il “limite” sarebbe stato raggiunto qualora avessi dovuto sostenere una spesa di 2.000 euro (valeva 13.000 euro 17 anni fa) e pensavo
che tale eventualità si sarebbe concretizzata con la rottura del motore, invece…
… invece ha
iniziato ad impuntarsi il cambio e nonostante ne avessi fatto cambiare l’olio (con
uno al top) il difetto si è aggravato seriamente, a volte bloccandosi.
Mi sono spostato
di parecchie centinaia di Km per questi ultimi giorni del 2019 e arrivato a
destinazione mi ero ripromesso di far sostituire i cuscinetti anteriori delle
ruote.
Mentre stavo
programmando il giorno utile (ancora sperando in una “guarigione” spontanea del
cambio…) ecco la frizione, mai sostituita (notevole, eh…) “grattare” una, due…
tre volte, segno d’essersi consumata del tutto e arrivata al “ferro” del disco.
In “sospeso”
avevo anche il condizionatore, fatto riparare ma diventato sempre più rumoroso…
cuscinetti da rifare o meglio sostituirlo con uno rigenerato (circa 300 euro
più manodopera).
Così qualche
notte fa mi è sovvenuto che in gennaio dovevo pagare il bollo di circolazione
(in realtà una tassa di proprietà) e “qualcosa” dentro di me ha detto “…è ora di lasciarla andare…”.
Sono convinto
che in diverse occasioni mi abbia salvato la vita e sì, le ho voluto bene, talvolta
accarezzavo il volante ringraziandola per la sua fedeltà.
L’avevo
immatricolata il primo giorno utile di gennaio del 2003 e coincidenza domani 31
dicembre, l’ultimo utile del 2019, la accompagnerò al suo cimitero degli
elefanti meccanici, piangendo qui una lacrima per la sua bella anima meccanica
che, in una differente realtà, mi attenderà quando giungerà il mio momento per accompagnarmi
in qualche altro viaggio…
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