12 Differenti realtà - luglio 2025

 

Luglio

 



Ricevendo dall’Addetto un modulo da compilare il Nuovo arrivato, sorpreso, dice che non se l’aspettava una procedura simile a quelle di quand’era in vita.

Addetto – beh, nel tuo caso questa è la “rappresentazione” più confacente alla realtà che hai lasciato, lavoravi in un ufficio, no?

Nuovo – sì e, accidenti, mi mancava un solo mese per la pensione!

Addetto – infatti, vai alla prima domanda del tuo modulo…

Nuovo – ah… “consideravate il pensionamento un traguardo o una sconfitta?” . Un traguardo! Avevo in mente parecchie cose a cui avrei potuto finalmente dedicarmi.

Addetto – lo Stato risparmierà un bel po’ di denaro, seconda domanda…

Nuovo – “due cose che avresti voluto ancora fare”. Viaggiare! E scrivere, il mio hobby.

Addetto – per il “viaggiare” ti assicuro che non ce n’è uno più grande di quello che stai compiendo… in quanto allo scrivere, terza domanda…

Nuovo – “scrivi questo racconto”. Che significa?

Addetto – testuale, scrivi questo racconto…

Nuovo – ma questo non è un racconto, è… era la mia vita.

Addetto – che c’è di meglio se non scrivere di sé, di quello che accade e continuare fino a farlo diventare una storia, un romanzo?

Nuovo – beh, non posso che essere d’accordo… ho dei limiti?

Addetto – a dire la verità potrebbe essercene uno… ma dipende da te trovarlo, vuoi provarci?

Nuovo – a trovare il limite… come si fa?

Addetto – si guarda quello che hai lasciato (poiché qui di limiti non ve ne sono) ecco, apriamo “la finestra”…

… la moglie affranta, rimasta sola nella sua stanza, non si dava pace. Riguardava foto e video dei loro viaggi che l’imminente pensione avrebbe permesso di estendere ben più dei quindici giorni di ferie. L’ultimo viaggio, come accade a tutti, l’aveva fatto da solo. Accese il pc del marito e arrivò alla cartella “scritti per il blog”, il suo passatempo, all’interno altre cartelle sino all’ultima, “scritture in corso” che una sensazione gli suggerì di attendere prima d’aprirla…

Nuovo – grazie… potrei aiutare mia moglie in qualche modo?

Addetto – ecco, l’hai trovato… è questo il limite.

Nuovo – non si può aiutare chi rimane?

Addetto – è una questione complessa… procediamo un po’ alla volta. Vent’anni addietro morì tuo padre, quattro anni fa tuo fratello e l’anno scorso tua madre. Dure prove che in una o altra sequenza toccano a tutti, ma non parliamo del dolore, bensì dell’assenza. Sino al momento prima era in vita e poi il corpo esala l’ultimo respiro, per chi resta è arduo farsene una ragione.

Nuovo – i familiari nella linea di sangue e gli affetti stretti sono diversi, rimangono collegati a noi…

Addetto – non potevi dirlo meglio… il collegamento è rimasto anche dopo la loro morte, giusto?

Nuovo – forse diventa ancora più forte che in vita.

Addetto – adesso che è toccato al tuo corpo rendere l’ultimo respiro, a tua moglie rimane la sensazione del collegamento. 

Nuovo – e molti ricordi…

Addetto – … attivati dalla sensazione che col tempo tende ad affievolirsi o al contrario, aumentare, facendo desiderare a molti il proprio epilogo. Ma, in un senso o nell’altro, un’assenza importante influisce sulla percezione del  tempo stesso.    

Nuovo –  è quanto ho provato nei miei due lutti familiari… pur continuando a vivere nello stesso flusso temporale non era come in precedenza, si procede ma pare tutto fermo…

Addetto – infatti, quel qualcosa che agisce sulla percezione è la sensazione del collegamento.

Nuovo – solo la sensazione… non un reale collegamento?

Addetto – ci fosse, non avresti posto la domanda sull’aiutare chi rimane… che, dalla sua parte, anela alla medesima cosa, il collegamento.                              

Per quanto sottile, l’unica cosa certa per chi vive è la sensazione… eppure si guarda in mille direzioni ma non in quella, strano, no?

Nuovo – forse perché le sensazioni sono eventi transitori ”… fisiologicamente (le sensazioni) sono modificazioni del sistema neurologico dovute al contatto dell’ambiente, i cui stimoli vengono catturati dagli organi di senso…”

Addetto – gli organi di senso… quali occhi, orecchie, naso e altri catturano gli stimoli (espressione alquanto infelice) nel sogno? E da dove provengono?

Nuovo – direi che provengono dalla memoria che attiva la risposta neurologica dell’organo (di senso) interessato.

Addetto – il fatto è che la memoria per definizione fornisce ricordi mentre nel sogno, seppure innescata da quelli, la narrazione procede da sé e talora accade d’averne la sensazione (della narrazione) mentre la si vive (oniricamente). Si arriva sempre lì, la sensazione è il collegamento.

Nuovo – quindi la sensazione é di per sé il punto d’arrivo, se si può dire così?

Addetto – sì, e in questo senso è anche il massimo aiuto possibile per chi in vita deve affrontare l’assenza di un affetto importante.

Nuovo – un aiuto difficile da cogliere…

Addetto – … se per aiuto si intende un punto di partenza e non, come hai detto tu stesso, di arrivo. La sensazione c’è sempre… basta avvicinarsi e la si sente, ma è collocata in una differente linea temporale o meglio, un tempo con differenti caratteristiche che collega realtà diverse.

Nuovo – purtroppo arrivati alla sensazione - al capolinea - ci si ferma, non cogliendo che quello sia un “aiuto”…

Addetto – arrivati al capolinea è inutile cercarne un altro… le “mille direzioni” in realtà sono la stessa: la realtà dei viventi a cui si vorrebbe riportare chi non vi può più tornare. Tuttavia si prova questa sensazione di collegamento, indotta dal ricordo o senza causa, che man mano si ritrae a causa dell’abitudine a procedere, per ottenere un risultato che c'è già .             

Ogni sensazione di qualunque tipo è un collegamento e quella di cui parliamo lo è tra due realtà differenti… ricordi l’espressione usata anche in fisica “cosa succede quando una forza irresistibile incontra un ostacolo insormontabile?” (paradosso dell’onnipotenza – ndr)

Nuovo – accidenti, sì… l’avevo salvata per scriverci su qualcosa!

Addetto – beh, lo stai facendo… forza ed ostacolo sono appunto le due realtà che incontrandosi annichiliscono, non potendo l’una prevalere sull’altra. Tuttavia la sensazione implica vi sia un collegamento, dove, secondo te?

Nuovo – due città, regioni, stati… si incontrano in quella che viene detta la linea di confine e a ben vedere non può esistere nulla senza dei confini, altrimenti tutto sarebbe uno… le due realtà sono anch’esse separate da una linea di confine?

Addetto – infatti, questo porta alla questione fondamentale della collocazione e natura di questa linea (altrimenti detta “la fessura“) che si evidenzia (collocazione) in particolari circostanze, come la tua, dove il bisogno insopprimibile di aiutare la tua compagna incontra la sua realtà intollerabile, da cui (riprendendo quanto avevi salvato)

”… nasce la dimensione dell’immaginario, del sogno. Una dimensione che è ambivalente e equipotenziale per sua natura: può assumere infatti la forma della illusione offrendo una via di fuga dalla realtà in un mondo altro (onirico, virtuale, narrativo, artistico: in ogni caso in cui il simbolico diventa realtà in sé, come per gli psicotici)…”

mentre riguardo alla natura, la parola equipotenziale implica un potere in atto, ossia una relazione tra due realtà diverse che coesistono sinché il potere che le collega fluisce tra esse senza divenire.

Nuovo – in che senso senza divenire?

Addetto – nel senso che come un’interfaccia non appartiene all’una o all’altra (faccia), così la natura del potere è connaturata alla linea che separando le realtà allo stesso tempo le unisce.

Nuovo – differenti realtà, sensazione, linea, confine, tempo, collegamento, potere… beh, avrei avuto un po’ di materiale per scriverci qualcosa… 

Addetto – l’hai avuto (il materiale) e l’hai scritto…

Nuovo – ah… non me n’ero accorto, e dove sarebbe?

Addetto – … accese il pc del marito e arrivò alla cartella “scritti per il blog”, il suo passatempo, all’interno altre cartelle sino all’ultima, “scritture in corso” che una sensazione gli suggerì di attendere prima d’aprirla…

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Commenti

  1. I tuoi scritti sono sempre interessanti e piacevoli da leggere ( anche se a volte mi perdo nelle problematiche che poni ); comunque sia, mi invitano a riflettere.
    Grazie !

    Ti trascrivo una poesia che spero ti piacerà.


    CONOSCO LA DISTANZA

    Conosco la distanza
    e come può disfarsi in acqua e sale
    una parola, oppure diventare sangue
    un rigo, e incidere infinita infinitesima
    stigmata di tempo nel tempo che sappiamo
    essere breve di ansie monche
    e di palpiti che non avranno sole.

    Ma io ti aspetto.


    f.

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