Al di là del virus
Nel mercato di Whuan si vendevano animali selvatici
a scopo alimentare che nonostante i divieti sembrano riprendere in altre località
della Cina.
Chi, avulso dai costumi del luogo, si fosse
raccapricciato al vedere le foto delle bancarelle con appesi piccoli e grandi
pipistrelli morti (cui oggi si imputa d’ospitare il coronavirus, buon per loro
senza risentirne gli effetti) forse dovrebbe esserlo anche per tutte le
situazioni, ugualmente permesse, nelle quali gli animali si riducono alle
proteine della loro carne (le pellicce son sempre meno di moda se non vietate).
C’è modo e modo di catturare, allevare, uccidere e
mangiare… come c’è per rispettare, conservare e preservare il mondo da cui
tutti dipendiamo.
È fuor di dubbio – anche se non ancora per tutti –
che l’uomo abbia profondamente modificato gli equilibri naturali e rimanendo ai
pipistrelli si constata come progressivamente vengano sfrattati dai loro
habitat, in primis le foreste, col risultato di doversi forzatamente avvicinare
ed adattare a quelli nuovi, umani.
Al riguardo consiglio la visione del film
“Contagion” di Steven Soderbergh (2011) che preannuncia, ricalcandole (inquietantemente)
le odierne problematiche, pipistrelli e salto di specie compresi.
Il cinema ha abbondantemente trattato la tematica
della “minaccia invisibile” e già con “Andromeda” (1971) ne ha sviscerato
quelle riconducibili, per restare in ambito fiction, al lato oscuro della forza: una “traccia” nella coscienza umana ben rappresentato
dalle decine di migliaia di bombe termonucleari in attesa che il Doomsday
Clock scandisca l’ora dell’apocalisse.
Vi sia o meno la mano dell’uomo nella struttura
genomica del covid-19 è indubbio che l’umanità ne ha preparato l’avvento e poi
ampliato la diffusione a livello planetario grazie alla globalizzazione.
Vi sono due visioni delle cose, quella che le separa
(sino ad approfondirne i minuti aspetti) e quella che le considera un insieme interconnesso;
la prima permette alla volontà di potenza
di dispiegarsi appieno mentre la seconda, quando non riesce a controllarla,
almeno l’attenua.
Detto con altre parole oggi si pone ben in evidenza la
questione di fondo, quella dell’avere o
essere e chi non sia coinvolto in attività essenziali, forzatamente
confinato nel recinto comunale, può meglio saggiare l’aleatoria potenza del
mondo moderno attraverso la (quasi) sospensione delle sue maggiori
realizzazioni, legate alle mobilità e agli svaghi (auto, navi, aerei e turismo,
vita sociale ecc.).
Dicono stiano aumentando i segnali di cedimento
(psicologico) e nel caso, nonostante il virus sia lungi dall’aver concluso
l’attuale fase, sarà necessario sfiatare l’intasata valvola dell’umana pentola
a pressione per non rischiarne l’esplosione (o l’implosione, a causa di un brusco raffreddamento delle aspettative per un ritorno al passato...).
Chi più chi meno siamo cresciuti nella civiltà
dell’avere (con i suoi pro e contro… oggi
almeno abbiamo internet…); quella dell’essere, se ci sarà e in che misura,
dipenderà dalla forza di questo virus.
Se cederà avremo ancora… altrimenti saremo…
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